da viasarfatti25.it a cura di Luigi Proserpio e Giovanni Lion
La blogosfera è diventata un mezzo di comunicazione indipendente dai mass-media
di Luigi Proserpio e Giovanni Lion, rispettivamente direttore e collaboratore del Laboratorio Ted Plus della Sda Bocconi
La crescente popolarità del Web 2.0 e delle Buzzwords (le “˜parole d`ordine`) ad essa correlate fa riflettere sui profondi cambiamenti che stanno rivoluzionando la nostra concezione della rete.
Troppo spesso l`evoluzione è percepita nella sola sfera tecnologica, piuttosto che per i mutamenti in quella economica e sociale. In effetti, non esiste un chiaro confine del fenomeno Web 2.0 poiché esso spazia trasversalmente fra le molteplici matrici concettuali che si intrecciano fra realtà e rete.
Certo è che alcuni dei modelli etici, politici, economici e relazionali dovranno essere aggiornati e rivisti affinché tengano conto di questa pressione emergente. Basta pensare a come il blog, o più in generale la blogosfera, sia diventato un mezzo di comunicazione indipendente dai mass-media, capace di far esprimere e al contempo influenzare il popolo della rete. O a come YouTube e simili abbiano liberato la creatività degli utenti dando vita a una nuova forma di intrattenimento che si sta sostituendo alla televisione perché più partecipativa e globale.
È importante, inoltre, far notare come in queste forme di user generated content, a essere generato dagli utenti non sia solo il contenuto, ma anche la catalogazione o i cosiddetti meta-dati.
Con i tag si possono cercare foto su Flikr, video su YouTube, link su del.icio.us, articoli di blog su Technorati e su Digg. Queste folksonomy (neologismo contrapposto a taxonomy) sfruttano l`intelligenza collettiva per organizzare il contenuto e operano, a differenza di Google, come motori di significato.
Non siamo ancora vicini all`idea del Semantic Web, ma almeno il tagging collettivo si affianca alla catalogazione quantitativa del PageRank e la amplia con informazioni complementari.
È anche l`era delle nuove applicazioni che arrivano non più in un cd-rom, ma dalla rete stessa, in grado dunque di sfruttare i vantaggi di essere svincolate dal computer che stiamo utilizzando.
I nostri link preferiti su del.icio.us sono accessibili da ogni internet point, possiamo lavorare contemporaneamente su uno stesso documento con google document e possiamo gestire la nostra rete sociale su Facebook, altra attività che caratterizza la vita nel Web 2.0. In un luogo senza spazio come la rete è possibile offrire agli utenti forme di realtà aumentata, non sostitutiva, che facilitano le attività di ogni giorno. È il caso dei siti di social network, che sotto diverse forme, professionali (Linkedin), universitarie (Facebook) o di contenuto (Myspace), offrono ai partecipanti varie modalità di interazione, come la condivisione di foto, video e link.
Un ultimo aspetto che caratterizza il Web 2.0 è quello relativo ai punti di forza e di debolezza dei nuovi business model. Alcune aziende di questo settore hanno imparato la lezione dalla bolla speculativa di fine millennio e quelle sopravvissute hanno saputo interpretare i cambiamenti di orientamento della rete. Il crescente carattere partecipativo, la voglia di contribuire e la facilità di ottenere hanno reso possibile l`aggregazione di persone attorno ad affinità sempre più specifiche, diretta conseguenza anche dell`annullamento della distanza fisica e della diffusione di Internet.
Le aziende come Amazon o Netflix hanno saputo sfruttare questa enorme varietà per piegare il paradigma di Pareto, riuscendo grazie alla digitalizzazione del negozio a coprire ogni nicchia di mercato, sfruttando così quella che Chris Anderson ha definito Long Tail.
Il Web 2.0 è un fenomeno in continua evoluzione che incorpora diverse anime e movimenti convergenti che nel bene e nel male stanno spostando gli equilibri mediatici, sociali ed economici. Alcune aziende sicuramente non sopravviveranno, ma la trasformazione sociale ha poche possibilità di fermarsi.