Dopo il crac del 2001, internet è divenuta il cimitero di molte aziende dot com e, tra le macerie, sono però emerse alcune di queste riuscite a schivare la tempesta.
Amazon, il negozio on-line più famoso di internet, è da considerarsi tra queste aziende sicuramente il superstite più eccellente. Un management pronto e deciso è riuscito a sfruttare l’occasione propizia per conquistare spazi di mercato, rendendosi conto che il vero affare erano le persone che utilizzavano il suo servizio. Puntare l’impresa commerciale non solo sull’ecommerce ma sulla socializzazione e sull’interazione significava dare adeguate risposte alle esigenze degli utenti.
Questo semplice ragionamento da parte di un pezzo importante dell’industria tecnologica ha dato inizio all’era del Web 2.0.
Emergono queste riflessioni da uno studio pubblicato da Danah Boyd (www.danah.org ) ricercatrice specializzata nelle reti sociali che collabora con Yahoo! – “Stiamo tornando ai primi anni ’90, concentrandoci sulle persone e non sulle vendite”.
Grazie all’elemento sociale che caratterizza i siti del Web 2.0 e alle tecnologie che li sostengono, si è verificato un cambiamento nella creazione, nella fruizione e nella distribuzione dei contenuti.
Con la nascita di siti basati su questo principio invece di limitarci a visualizzare il contenuto sul web, ora possiamo dare il nostro contributo ai siti preferiti e perfino modificarli, tutto si basa sul concetto di coinvoglimento dell’utente definito Maven.
Wikipedia, a sua volta gestita attualmente da “maven”, definisce con questo termine (maven, mavin o mayvin) individui esperti in un campo specifico, che solitamente si attribuiscono da sè questa qualifica e cercano di trasmettere le loro conoscenze ad altri.
Per quanto possa risultare poco comprensibile, coloro che contribuiscono al Web sociale non vogliono essere pagati per ciò che fanno, nè si aspettano di esserlo perchè hanno moltissime altre ragioni per partecipare e contribuire attivamente ad un sito. Fama, attenzione, apprezzamento, reputazione sono motivi più che importanti per i maven. Il loro non è altruismo bensì egoismo del resto sarebbe impossibile anche solo ipotizzare un modello di impresa cotruito sul buon cuore delle persone, sarebbe destinata presto a fallire.
Oggi abbiamo molti esempi di siti che basano il loro sviluppo tecnologico e commerciale secondo i principi di socializzazione ed interazione. Sono da citare anche MySpace, YouTube, Technorati, Del.icio.us.
Amazon, nato come libreria on-line, vende oggi prodotti di ogni sorta e si distingue positivamente dai siti concorrenti grazie alla sua enorme comunità di recensori “Maven” ed alla qualità delle recensioni da essi fornite.
In Youtube i maven del web non si limitano ad offrire recensioni ma presentano materiale gratuito di ogni genere, soprattutto filmati accessibili a tutti. Per l’utente il servizio è gratuito ma per YouTube i soli costi relativi alla banda si aggirano a milioni di dollari al mese.